ANTONIA L’OPERAIA
Se c’è una definizione di me,
che mi sento addosso come un vestito su misura,
questa è ”Operaia”.
Posso marciare come una maratoneta
Raccogliere pomodori rossi e profumati
Cantare ”Bella Ciao” con il pugno alzato
Sfrenatamente correre con le Sorelle Femministe
La Coscienza Operaia sta lì
Appollaiata sopra la mia spalla
E mi guarda di sottecchi.
A volte tento di liberarmi della sua presenza
Una scrollatina
Una mossa azzardata
Lei, vacilla, esita, si confonde.
Dopo un attimo di smarrimento
Torna in perfetto equilibrio
Ha la granitica certezza di essere nel posto giusto.
Questa Operaia non mi lascia mai orfana
Ha fatto di me un’Artista
Una Pittora che percorre strade in salita
Attraversando visi stanchi e occhi furiosi
Mani consolatrici e gambe elettriche
Corpi Umani Corpi Animali Corpi Irriducibili.
Questa Artista alloggia in me
E’ in subaffitto
Altre/i abitano la casa
Colori colorati
Colori bianchi e neri
Colori lanciati dal basso
Colori calati dall’alto
Colori con tutti i sensi
Colori senza senso
Questa Artista Questa Operaia
Ha occhi per dirmi
Dove sono Chi sono.